Carciofo Romanesco

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Il Carciofo Romanesco chiamato anche “Cimarolo” o “Mammola”, ha come area di produzione alcune zone laziali ed esattamente quella compresa tra Cerveteri e Ladispoli, ne sono testimoni le raffigurazioni di foglie di carciofo in alcune tombe della necropoli Etrusca di Tarquinia. Alcuni botanici sostengono che fu proprio il popolo etrusco ad addomesticare questo ortaggio, varietà; locale di Cynara cardunculus scolymus. In tempi più recenti è dal dopoguerra che vengono coltivate intensivamente queste piante. A valorizzare, oggi, questo prodotto interviene il Consorzio per la tutela del Carciofo Romanesco che ha ottenuto il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta). Dall’IGP deriva una rigida normativa che disciplina la produzione, i requisiti e le condizioni. Questa pianta erbacea ha un caratteristico colore cinerino e si sviluppa su fusti ramificati. Essendo questa una specie definita “miglioratrice” del suolo, può essere affiancata alle coltivazioni di cereali o altri ortaggi. La disponibilità da novembre ad aprile, viene sottolineate dalla presenza di numerose sagre che celebrano questo prodotto e la sua versatilità in cucina. Presente sui mercati di tutta Italia e d’Europa, andrebbe consumato più possibile fresco ma si conserva bene in frigo per alcuni giorni.

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