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Il Parco Naturale di Monte Fenera, istituito nel 1987, occupa una superficie di 3378 ettari in provincia di Novara, con un’altimetria che parte dai 300 metri sul livello del mare e arriva agli 898 metri del Monte Fenera, abbracciando i territori collinari della bassa Valsesia.

Sul suo territorio furono ritrovati i resti dell’Uomo di Neanderthal, del tardo paleolitico, dell’orso delle caverne e altri fino all’età romana: il fenomeno del carsismo ha infatti prodotto la formazione di varie cavitˆà, che hanno favorito tali ritrovamenti.

Flora e fauna

Nel Parco sono state individuate circa 30 specie botaniche esclusive del Monte Fenera, come Daphne alpina, relitto glaciale e ben 16 specie di felci, tra cui il capelvenere (Adiantum capillus-veneris), Osmunda regalis e la lingua cervina (Phyllitis scolopendrium), oltre a interessanti specie cavernicole e freaticole endemiche.

Inoltre, estesi tappeti di pungitopo (Ruscus aculeatus) ricoprono il sottobosco meridionale ed occidentale del Monte Fenera.

Il Parco è anche l’unico luogo in Italia in cui nidifica la cicogna nera, avvenimento avvenuto per la prima volta nel 1994; dal 1996 il Parco è centro di raccolta dei dati relativi a questo uccello forestale.

PER GLI SPELEOLOGI

Tra le grotte che si aprono sulla parete ovest, due sono particolarmente interessanti dal punto di vista speleologico:

-il “Buco della Bondaccia” , a quota 690 metri s.l.m.: si sviluppa per circa 400 metri, con un massimo dislivello interni di 85 metri; per le sue medie difficoltà di percorso viene considerata la palestra degli speleologi;

-la grotta “delle Arenarie” , a quota 770 metri s.l.m.: si sviluppa per circa 3.000 metri, con una profondità massima di 150 metri circa. È così chiamata perchè si apre nella zona arenacea del monte per sprofondare, a meno di dieci metri dall’ingresso naturale, in cunicoli, strettoie, gallerie e pozzi, in un intrico di passaggi con splendide concrezioni.

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