Parco pubblico dell’Acquasola

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Il Parco dell’Acquasola nacque su un’antica spianata di Genova, che si estende oggi da piazza Corvetto fino al ponte monumentale (via XX Settembre).
La zona era, in passato, caratterizzato da mura trecentesche, fatte erigere come fortificazione durante le guerre contro Genova; qui si trovava una delle molte porte di accesso alla città, chiamata appunto, Porta dell’Acquasola, andata poi distrutta.
Nel periodo del XVI secolo questa zona della città era detta “dei Müggi” (in dialetto genovese i mucchi, le ammonticchiate), perchè qui venivano portati i detriti derivati dalla realizzazione dell’attuale via Garibaldi, dove abitavano i nobili genovesi. Il luogo servì in seguito per usi militari, di divertimento e discarica.
La fruizione di questa spianata fu sospesa nel XVII secolo, in occasione dell’epidemia pestilenziale che colpì Genova intorno all’anno 1657. In tale drammatica circostanza venne usata come fossa comune per seppellirvi le vittime del contagio. Ancora oggi escursioni di speleologi possono osservare i resti ancora conservati a pochi metri di profondità sotto il manto stradale.
Nel 1800 la zona divenne un vero e proprio parco, che raggiunse il suo massimo splendore nel 1821, in seguito al progetto dell’architetto Carlo Barabino. Fu però ridotto di dimensioni ma collegato, grazie a un’ampia terrazza gradonata, alla Villetta Dinegro (oggi sede del Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone). Abbellito da alberi e arbusti, fu a lungo utilizzato dai genovesi per il passeggio e lo svago, come ricordaStendhal nell’opera Viaggio italiano.
Tutt’oggi, pur essendo interessato da un progetto di parcheggio, rappresenta un importante polmone verde per i genovesi.

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