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(di Marta Dosi)

La Valle Fondillo, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un’ampia e luminosa valle glaciale, con un’altitudine compresa tra i 1084 e 1960 s.l.m., inizialmente stretta nei pressi della località Grotte Fondillo, poi aperta a ventaglio fino a formare un anfiteatro.
La valle è chiusa a est dal monte Amaro e dalla Costa Camosciara, primo nucleo del futuro Parco Nazionale D’Abruzzo, e rifugio, tra i suoi anfratti e dirupi, per gran parte della fauna locale; a sud dalla Serra delle Gravare, confine con il Lazio.
La ricchissima presenza di acqua, che si rivela da decine di piccole e grandi sorgenti che alimentano il torrente Fondillo, ha dato il nome alla valle e contribuisce alla ricchezza vegetativa della zona: primule, anemoni, aquilegie, viole, gigli rossi, orchidee, giaggioli sono i fiori più diffusi della flora protetta del Parco. A questi si aggiungono le specie officinali, come il ginepro, la genziana, l’arnica e la valeriana; muschi, licheni e alghe lungo il torrente e i valloni.
Un’estesa rete di sentieri attraversa radure fiorite, boschi di salici e immense e centenarie foreste di faggio e conduce a punti di particolare interesse, come le Grotte delle Fate, una cavità naturale formata dall’erosione dell’acqua con al suo interno una sorgente, o il Valico dell’Orso, punto di transito verso il Lazio, un’ampia radura abitata da caprioli, cervi e orsi. Oltre mammiferi (cervi, camosci, caprioli), uccelli (picchi, cince, germani), rapaci (aquile, falchi, sparvieri, gufi, civette) la valle ospita diverse specie di rospi e rane, la Salamandra appenninica, l’inoffensiva Biscia dal collare e la rara ed innocua Vipera dell’Orsini.
La valle è da sempre il cuore di numerose attività agro-silvo-pastorali, in particolare la coltivazione all’imbocco della valle e in quota, su terreni faticosamente resi lavorabili, di patate e lenticchie.

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