Villa Brusoni Scalella
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Costruita nel corso del 1600, questa spendida villa è formata da due edifici: la barchessa con l’oratorio e la casa padronale, allungata con una successione di stanze perfettamente allineate che creano un suggestivo gioco prospettico. Il suo giardino, un parco all’inglese di circa 3 ettari, è uno dei più interessanti lungo la Riviera del Brenta. Elemento caratterizzante è l’acqua, che, fornita direttamente dal Brenta, passa sotto alla strada ed emerge nel parco nella zona dell’attuale orto, attraversando la proprietà.
TRATTO DA: “I giardini delle ville venete”, di Camilla Zanarotti, Silvana Editoriale, per gentile concessione dell’autrice.
Il parco di Villa Brusoni Scalella è sicuramente uno dei giardini più affascinanti e misteriosi tra i quelli della Riviera del Brenta. La coerenza del disegno e l’ingegnosità delle soluzioni del complesso sistema idrico fanno pensare alla mano di un progettista di alto livello e spesso si è fatto il nome dell’architetto Giuseppe Jappelli.
In realtà non si hanno documenti che possano comprovare questa attribuzione mentre una serie di documenti riguardanti richieste di concessione di approvvigionamento d’acqua dal naviglio Brenta, per l’abbellimento del ‘giardino’, farebbero supporre una sua creazione dal 1852 in poi, anni immediatamente successivi alla morte del famoso architetto.
La casa padronale e le “barchesse” con oratorio sono di probabile origine sei settecentesca. La presenza dell’acqua e il suo straordinario utilizzo caratterizzano tutta la proprietà. Il punto di partenza del complesso sistema idrico è a nord della casa dove l’acqua che proviene dal Brenta subito si divide in due percorsi che procedono su due livelli differenti. Il corso più elevato alimenta il Laghetto piccolo e da qui defluisce dividendosi ulteriormente: da una parte prosegue verso la Torre e dall’altra costeggia il Lago per gettarvisi all’altezza della Casetta del pescatore. L’altro corso alimenta, in successione, una piccola peschiera di fronte alla villa, un pozzo e infine sfocia anch’esso nel Lago, che è l’elemento intorno a cui ruota tutta la composizione.
Oltre alla straordinaria presenza dell’acqua, nel parco si ritrovano molti elementi distintivi dello stile paesaggistico: a livello compositivo vi è la studiata alternanza di pieni e vuoti, morbidi rilevati del terreno concorrono a creare sempre nuove visuali, percorsi sinuosi aprono intriganti scorci visivi e vi è un intreccio continuo tra sentieri e corsi d’acqua.
Sono presenti anche alcuni di quei caratteristici manufatti architettonici del repertorio dell’epoca che rendono ancora più suggestivi alcuni punti: la Casetta del Pescatore sulla sponda del lago, la Torre neo-rinascimentale sulla collinetta, la Ghiacciaia con l’accesso ad arco gotico, la Casa dei daini.
Inoltre, un ricco apparato lapideo sottolinea punti salienti celati tra l’esuberante vegetazione. Il parco riveste un notevole interesse anche dal punto di vista botanico. Vi sono numerosi esemplari monumentali tra cui sono da notare alcune querce (Quercus robur), uno straordinario faggio rosso (Fagus sylvatica var.“atropurpurea”) e una sequoia della costa (Sequoia sempervirens) di notevoli dimensioni. Fanno da quinta verde esemplari di Magnolia grandiflora, Platanus occidentalis, Sophora japonica, Taxodium disticum e molte altre specie assimilabili al repertorio botanico del giardino paesaggistico inglese.
L’incantevole sottobosco conta molte specie sempreverdi tra cui Aucuba japonica, Ligustrum japonicum, Laurus nobilis e Bambusa mitis.
Tutto concorre a trasmettere in questo giardino un fascino fiabesco.
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