Villa Mosconi Bertani
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La Villa Mosconi Bertani, conociuta anche come Villa Nòvare, si troca in località Arbizzano di Negrar, in provincia di Verona. Venne edificala all’inizio del Settecento sui resti una cantina cinquecentesca. Quando, nel 1769, passò alla famiglia Mosconi, quest’ultima completò la costruzione aggiungendo un parco di 8 ettari in stile inglese ed espandendo la precedente attività vinicola, rendendola così una delle maggiori cantine dell’epoca nel Nord Italia. Nel 1953 venne acquistata e ristrutturata dalla famiglia Bertani che in questa sede continuò la tradizione vinicola della famiglia.
LA VILLA
Il complesso è costituito da un edificio principale, dal quale partono due ali basse avanzate, terminanti in due facciate simmetriche. Sopra l’ala orientale si erge il campanile della cappella, mentre da ambo le parti due cancelli danno accesso ai rustici e alle cantine. All’interno, il salone delle Muse, splendidamente affrescato, dove si notano i due stemmi dei Mosconi. Questa sala comprende in altezza i tre piani della villa, divisi da una balaustra in legno dipinto che li suddivide in due fasce orizzontali sovrapposte: finto bugnato nella parte inferiore e architetture fantastiche a trompe l’oeil nella parte superiore. Il soffitto presenta il tema dello scorrere del tempo, con la raffigurazione delle allegorie delle quattro stagioni.
E INOLTRE: tratto da “I giardini delle ville venete”, di Camilla Zanarotti, Silvana Editoriale, per gentile concessione dell’autrice
Villa Mosconi Bertani si trova a pochi chilometri da Verona in un’amena vallata protetta dai venti. Data ottima esposizione e il particolare microclima il luogo ha sempre avuto una vocazione per la produzione vinicola e si hanno notizie fin dal XII secolo dell’esistenza in loco di una cantina che dipendeva da un monastero veronese. La realizzazione del primo nucleo della villa risale al XVI secolo, quando venne edificata una casa dominicale idonea alla conduzione di una vasta azienda agricola. Alla fine del seicento, la proprietà passò ai quattro fratelli Fattori, ricchi mercanti, che si dedicarono a proseguire l’opera di valorizzazione del fondo. A metà del ‘700, per celebrare l’acquisto della dignità comitale, incaricarono il veronese Adriano Cristofoli dell’ampliamento della villa. Il progetto mantiene l’unitarietà tra i corpi di fabbrica padronali e gli edifici a vocazione produttiva dell’azienda agricola, declinando tutto il complesso in forma aulica. La grandiosa costruzione si compone di un corpo centrale e due ali perpendicolari ed è coronata da un attico con statue acroteriali. Proseguiranno l’opera di miglioramento i successivi proprietari, i fratelli Giacomo e Guglielmo Mosconi che circa un secolo dopo, nel 1769, acquisteranno la proprietà e realizzeranno il grande parco sul retro della villa. Il parco è stupendamente inserito nel paesaggio circostante di cui sfrutta i dolci pendii, gli anfratti e le numerose sorgenti d’acqua. Risale alla fine del settecento il lungo viale di ippocastani che si inoltra nella campagna e termina in una rotonda. Alla destra di questo si estende il vasto brolo, tenuto a vigneto e interamente delimitato da mura in pietra. Sulla sinistra la proprietà è racchiusa tra dolci collinette, ricche di fonti d’acqua. Tra il 1797 e il 1807, anno della sua morte, la contessa Elisa Mosconi Contarini tenne in villa un raffinato salotto culturale e offrì ospitalità in villa al poeta Ippolito Pindemonte. E’ probabile che questi discorresse con la sua sensibile e raffinata ospite della moda dei giardini paesaggistici d’oltralpe, visitati nel corso di lunghi viaggi in Francia e Inghilterra, e argomento a lui caro tanto da essere oggetto di una “Dissertazione su i giardini inglesi e sul merito in ciò dell’Italia presentata all’Accademia di Scienze, Lettere, ed Arti di Padova nell’anno 1792”. Ed è inoltre ipotizzabile che il poeta abbia avuto la sua influenza sulla contessa nell’evitare che nel parco venissero realizzati quegli artifici propri di quello stile e che il poeta trovava superflui data la bellezza naturale del luogo. Ad un periodo successivo, probabilmente alla prima metà dell’Ottocento, risale la realizzazione del laghetto con isoletta su cui crescono imponenti esemplari di cipresso delle paludi che si specchiano nelle acque. Uno chalet in stile eclettico è il piacevole rifugio in questo luogo di quiete.
IL PARCO E IL GIARDINO
Il parco riflette le tendenze del tempo, che vedono prevalere il giardino all’inglese su quello italiano, prevalentemente verde e regolare. Questo si sviluppa nei terreni retrostanti la villa e si suddivide in giardino e bosco. Tra le particolarità di questo parco si sottolineano le statue, le piante esotiche, una casa per il caffè ispirata a simili costruzioni nord europee e il laghetto, alimentato dalle sorgenti presenti nella proprietà, la cui isoletta al centro ospita alti esemplari di Taxodium distichum ed è raggiungibile attraversando un ponticello in legno. Su una sponda del laghetto si trova il piccolo chalet di ispirazione francese. Nel parco inoltre è presente una ghiacciaia, anch’essa costruita verso la fine del Settecento e usata fino alla prima metà del secolo scorso.
L’area cintata da un muro, posta alle spalle della villa, racchiude invece il giardino e il vasto vigneto, e le sue dimensioni sono così ampie da dare al complesso paesaggistico le valenze di un giardino-campagna.
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Contatti
Via Novare, 3 - Negrar(VR)
045 6020744
Altre info
per visite e degustazioni, dal lunedì al sabato. Domenica su prenotazione per gruppi (minimo 10 persone).
ore 10.00-14.00-16.00