Basilico genovese

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Il basilico (Ocimum basilicum), deriva dal greco “Basilikos” che tradotto significa “Erba degna di re”.
Storicamente è noto dagli antichi egizi che lo impiegavano insieme ad altre piante aromatiche per offerte sacrificali. Ancora oggi viene usato per rimedi terapeutici in erboristeria, ma soprattutto in cucina dove trova la sua massima espressione.

Il basilico è una delle colture più rappresentative e tipiche della Liguria. La sua coltivazione, vecchia di secoli, sta godendo in questi ultimi anni di una grande popolarità, sia perché i consumatori dimostrano un apprezzamento sempre crescente per tutti quegli aromi che contribuiscono ad arricchire di sapori la cucina, sia perché rappresenta la qualità, la semplicità e la tipicità di una terra e della propria cultura.
Il nucleo originario di produzione era circoscritto nell’areale genovese, da dove, grazie alle condizioni favorevoli del mercato, si è esteso a tutta la Liguria, grazie alle caratteristiche ambientali ideali.

Il basilico genovese (baxeicò, in dialetto ligure) si distingue per le sue foglie di dimensione medio-piccola, con forma ovale e convessa, ed il colore verde tenue che le caratterizza. Il profumo è, rispetto ad altri tipi di basilico, particolarmente delicato ed assolutamente privo di quella fragranza di menta spesso riscontrabile in questo frutto della terra quando viene coltivato in altre località.
Nel 2008 viene riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali il “Consorzio di tutela del Basilico Genovese D.O.P.”, aderiscono al consorzio quasi la totalità dei produttori di Basilico Genovese DOP. Le foglie di questa pianta sono l’ingrediente base del pesto genovese, un tipo condimento della città ligure che oggi è esportato in tutto il mondo.

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