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È stato Domenico Triacca nel 1879 a fondare l’omonima azienda vitivinicola: benchè la sede sia oggi in Svizzera, a Campascio in Val Poschiavo, i suoi vigneti e le sue cantine si trovano in Toscana e in Valtellina, in due paesaggi diametralmente opposti, da un lato ripidi pendii, dall’altro dolci colline.

Centoundici anni dopo, alla guida dell’azienda siede un altro Domenico Triacca, il nipote del fondatore, che ha saputo far crescere l’azienda fino a farla diventare una delle più importanti realtà della Valtellina e quasi simbolo della valle stessa.
Ad oggi l’azienda possiede in Valtellina, e precisamente a Villa di Tirano in provincia di Sondrio, ben 45 ettari di vigneto, una superficie tutt’altro che esigua dato il contesto caratterizzato da una forte pendenza dei versanti ed estremamente parcellizzato in tanti piccoli vigneti.
I vigneti valtellinesi, i cui vini venivano definiti già da Leonardo potenti e assai,
crescono su terrazze orizzontali aggrappate sugli erti pendii del versante meridionale delle Alpi Retiche; un ettaro di vigneto qui costa molto sia in termini di fatica sia di denaro, per coltivarlo sono necessarie al contempo la capacità del viticoltore e la sapienza del cantiniere; a tutto ciò però va aggiunto il coraggio dell’uomo che ogni anno raccoglie la sfida e coltiva i vigneti in queste condizioni ambientali così estreme.
Le particolarità di queste vigne sono quindi il clima, il suolo, l’ubicazione e il terroir, esaltati grazie anche ai significativi progressi tecnologici che rendono le uve tanto particolari che l’azienda decide ogni anno di non acquistarne altre dall’esterno: “Dalla mia vigna” è infatti il motto dell’azienda.
Nel 1969 Triacca ha acquistato La Gatta, un ex monastero domenicano del XVI° sec., successivamente trasformato in residenza da una nobile famiglia, e solo più tardi divenne una azienda vitivinicola. Questo complesso si inserisce in uno spettacolare anfiteatro terrazzato ricoperto da circa 13 ettari di vigneti, che sono stati riammodernati di recente mettendo a dimora cloni selezionati della varietà ‘Chiavennasca’.

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